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DAME

MUSEO ETNOGRAFICO

Con questo itinerario vogliamo far scoprire le bellezze del territorio di Nuoro attraverso la scoperta dei musei.

ITINERARIO

  • Museo archeologico nazionale Giorgio Asproni;

  • Museo etnografico;

  • Museo Deleddiano, casa natale Grazia Deledda;

  • Museo MAN;

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Museo etnografico sardo è il maggiore museo etnografico della Sardegna; unico istituto museale di diretta emanazione della Regione Sarda, rivolge la sua attività di documentazione e ricerca all'intero territorio regionale. Il complesso di edifici che lo ospita, costruito tra gli anni Cinquanta e i Sessanta sul colle di S. Onofrio, a Nuoro, su disegno dell'Arch. Antonio Simon Mossa, appare come un villaggio sardo immaginario.

Il Museo è attualmente oggetto di un grande progetto di restauro, riqualificazione e ampliamento. Il museo dispone di una sala per esposizioni temporanee e di un auditorium che, oltre agli incontri e seminari di studio e alle manifestazioni periodicamente promosse dall'Istituto Superiore Regionale Etnografico, quali le rassegne internazionali di documentari etnografici, ospita con continuità convegni, concerti, rappresentazioni teatrali.

La struttura del Museo è divisa una sala principale, quattro ambienti, più una sala dedicata alle maschere del carnevale barbaricino al quale si arriva tramite una sala dedicata agli strumenti della musica popolare sarda.

SALA PRINCIPALE

L’ampia sala principale è caratterizzata da una grande pedana che riproduce le coste della Sardegna e su di essa sono disposti più di 80 abiti completi della tradizione sarda, indossati da dei manichini e disposti sulla pedana in corrispondenza delle zone geografiche a cui appartengono.

Lungo delle vetrine disposte sulla parete destra sono esposti amuleti e indumenti infantili. In altre vetrine sono presenti diverse tipologie di gioielli in oro e argenti, pupazzi o giocattoli. Dal lato sinistro della sala è presente l’ingresso in quattro ambienti ben distinti:

  • PRIMO AMBIENTE;

Nel primo ambiente si ha la collezione dedicata al Professor Colombini, un docente della facoltà di Medicina e Chirurgia a Cagliari e a Sassari dalla fine dell’ottocento fino al 1913. La collezione è una collezione di mobili, gioielli, tessuti, cesti, zucche, armi e oggetti in legno intagliato che rappresenta il nucleo fondamentale della collezione completa.​

  • SECONDO AMBIENTE;

Nel secondo ambiente viene presentata una collezione incentrata sulla religione e sulla devozione popolare. Nella ricostruzione trovano spazio delle casse in legno intagliato con motivi di ispirazione religiosa con immagini sacre, tessuti, arredi e accessori. Nella mostra è molto importante il simulacro della Vergine che è ornato da gioielli donati dai fedeli.

Le donazioni alla Vergine sono una traduzione delle preghiere dei fedeli. I gioielli più o meno preziosi, a seconda delle disponibilità della famiglia, era il metodo più utilizzato per pagare le donazioni. Sul simulacro, con il passare degli anni si è creato un vero e proprio strato di oggetti preziosi mostrando l’evoluzione dei gusti dalle forme più antiche a quelle più moderne; le donazioni oscillano tra il seicento e il novecento.

Molti oggetti esposti derivano da dei santuari dell’isola come in particolare quelli del Miracolo o dell’Annunziata di Bitti.  I gioielli sono soprattutto di oreficeria devozionale come ad esempio rosari o reliquiari. I reliquiari si presentano in diverse forme ad esempio possono essere ovali, a cuore o rotondi, generalmente in argento e quasi mai in oro contengono nella piccola teca di vetro delle preghiere, frammenti di reliquie o parti di vesti sacre che si riteneva avessero proprietà sacre.

  • TERZO AMBIENTE;

Nel terzo ambiente sono presenti riferimenti alla religiosità popolare, alla superstizione e alle pratiche propiziatorie tra magia e religione.

Tra i molteplici oggetti che rappresentano l’influenza di riti nell’isola troviamo delle casse caratterizzate dalla presenza di particolari simboli di origine precristiana. Numerosi sono gli amuleti che venivano utilizzati per fronteggiare e scongiurare a particolari malattie e pericoli di ogni genere.

Molto simile è la funzione svolta dai pani preparati a scopo propiziatorio in occasione di festività religiose coincidenti con delle fasi del ciclo agrario o per commemorare i defunti (inseriti però in epoca cristiana). L’importanza dei riti funerari è testimoniata da un tappeto funebre proveniente da Orgosolo e da un dipinto di Antonio Ballero “Sa Ria” che descrive il compianto all’interno di un’abitazione nuorese tra l’ottocento e novecento.

  • QUARTO AMBIENTE;

Nel quarto ambiente vengono presentati alcuni esempi di abbigliamento festivo.

Gli abiti, che per il valore affettivo venivano conservati con cura e tramandati di generazione in generazione, sono quelli più presenti nelle collezioni private. Gli abiti sono privi di corredo e gioielli per motivi di sicurezza.

Alcuni abiti festivi completi vengono esposti e ci permette di notare le differenze tra gli abiti intorno agli anni cinquanta del novecento.

L’abito nunziale diventa l’abito di gala per eccellenza e dopo le nozze questi venivano utilizzati solamente in ambito di occasioni molto importanti con l’aggiunta di gioielli vietati alle nubili per sancire il passaggio.

I colori, le forme, il numero e il pregio dei gioielli sono elementi che ci permettono di capire sia la posizione sociale e civile dell’individuo.  

MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE GIORGIO ASPRONI

Il museo archeologico nazionale “G.Asproni” è di proprietà del ministero dei beni culturali che si trova nel centro storico di Nuoro, nella zona della Cattedrale di Santa Maria. Si trova in un palazzo ottocentesco appartenuto a Giorgio Asproni un politico e intellettuale sardo del XIX secolo.

L’ESPOSIZIONE

L’esposizione è caratterizzata da reperti provenienti dal territorio della provincia storica di Nuoro, situati nel periodo compreso tra il Paleolitico e Medioevo.

L’allestimento è costituito dalla riproduzione di qualche monumento. Ad oggi l’esposizione si concentra maggiormente sul piano terra, perché i piani superiori sono ancora in allestimento.

MUSEO DELEDDIANO

Il museo Deleddiano ha sede nella casa di Grazia Deledda scrittrice che nel 1926 vinse il Premio Nobel per la letteratura, situata a Nuoro in via Grazia Deledda. Si tratta di un palazzetto che risale alla seconda metà del XIX secolo nel quale la Deledda vi abitò dalla nascita sino al matrimonio. Nel 1937 l’edificio divenne monumento nazionale, nel 1968 venne acquistato dal comune di Nuoro che la cedette all’istituto superiore regionale etnografico nel 1978 il quale allestì il museo Deleddiano aperto nel 1983.

Il museo è composto da tre piani, divisi in dieci sale nelle quali grazie all’esposizione di documenti e oggetti personali della Deledda possiamo ricostruire le fasi della sua vita.

I sala: l’ambiente sociale e culturale nuorese

II sala: la vita familiare e culturale del periodo romano

III IV sala: la cucina e la dispensa che sono state ricostruite seguendo la descrizione della Deledda nel romanzo “Cosima”

V sala: originariamente era la camera dei genitori, ma oggi sono esposti la medaglia e il diploma del premio Nobel

VI sala: Nuoro, Atene Sarda

VII sala: la camera della scrittrice ricostruita secondo la descrizione della Deledda

VIII sala: la stanza della memoria

IX sala: verso Roma

X sala: il cortile

PINUCCIO SCIOLA

Davanti al museo Deleddiano troviamo delle sculture in pietra dello scultore italiano Giuseppe Sciola. Era conosciuto per aver contribuito ai murales di San Sperata e per le sue sculture sonore.

MUSEO MAN

Il Man è un’istituzione pubblica volta allo studio e alla conservazione dell’arte moderna e contemporanea. La collezione del Man è il risultato dell’unione di opere di molti artisti sardi dalla fine dell’800 fino ad oggi. Un insieme di 500 opere, in continua crescita, che unisce i più importanti autori della storia dell’arte sarda come Mallero, Ciusa, Manca, Nivola e molti altri. Il Man apre al pubblico nel 1999 in un edificio degli anni 20 situato nella zona del centro storio di Nuoro.

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