NUcult, vivi le storie
Il nostro progetto nasce dal desiderio di voler contribuire alla diffusione della cultura sarda, in ambito scolastico e turistico. Il nome NUcult comprende le parole "NU", sigla della provincia e rappresentante della cittadina nuorese, e il termine "cult", che indica non solo il concetto di cultura ma fa riferimento anche ai "film cult", quelle opere cinematografiche di scarso successo popolare, ma in ogni caso apprezzate da un pubblico ridotto e allo stesso tempo devoto, esattamente come la letteratura nuorese.
L'idea è stata quella di realizzare un oggetto che promuovesse nel particolare la conoscenza di una delle più grandi scrittrici locali, sebbene scarsamente apprezzata, ossia Grazia Deledda. Quest'ultima vinse infatti il premio Nobel per la letteratura nel 1926 e fu l'unica donna italiana ad aver ricevuto questa onorificenza.
Per tale motivo il progetto NUcult comprende la produzione di una "casetta delle bambole", ispirata alla casa reale di Grazia Deledda. Dunque abbiamo scelto di rappresentare all'interno della casetta una scena tratta dalla novella deleddiana "La casa paterna". La scena descritta è un comune, ma non banale, squarcio di vita quotidiana nella società sarda, e vede protagonisti la bambina Jole, suo padre e sua madre.
Perciò, il progetto è rivolto ad un pubblico infantile, ma aperto a tutti: in particolare a coloro che non sono a conoscenza della validità dell'identità culturale sarda.
Il nostro logo, infine, vuole essere la sintesi della casa e dell'importanza che riveste la cultura, e la letteratura in particolare, non solo nel nostro progetto ma nella vita in generale. Infatti, il libro diventa simbolicamente sia la porta della "casa delle bambole" sia l'accesso a nuove conoscenze e, inoltre, a un nuovo e innovativo metodo d'insegnamento.
Il gruppo NUcult.
Studio preliminare della progettazione della casa.
Il padre Giorgio e la base che renderà i personaggi stabili.
Il gruppo NUcult.